VIVIANA HUTTER || AUTHOR | CREATIVE EDUCATOR | STORYTELLER
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logo | favicon | watermark

30/3/2014

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My last creations: brand new logo, favicon and watermark for a brilliant and super-nice Neapolitan felt artisan: Valentina Marchetiello aka Vale Handmade!
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web content editor seeking a (real) job

18/3/2014

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web content editor cerca lavoro...
ed ecco le offerte (vere) che si trovano in italia

Stage. Neolaureato. Conoscenza di marketing. Non necessaria conoscenza HTML. Volenteroso. Anche prima esperienza. Passione per la scrittura. Rimborso spese.

Stage. Conoscenza SEO. Laurea in Comunicazione. Inglese. Altre lingue. Italiano corretto. Ambiente di lavoro stimolante. Compenso da valutare.

Stage. Conoscenze base di Photoshop. Imprescindibile residenza vicino al luogo di lavoro. Esperienza pregressa. Laurea in materie umanistiche. 2-5 € a testo.

P.S. Lo stage è retribuito e di durata massima di 6 mesi. A seguito si prevede un contratto a progetto o apprendistato.

WEB CONTENT EDITOR CERCA LAVORO...
ed ecco cosa succede in europa 

  • Contratti a tempo determinato (da 6 mesi a 1 anno) o a tempo indeterminato.
  • Stipendi tra i 2mila e i 5mila euro mensili (proposta realmente arrivata!).
  • Assicurazioni, ferie e permessi inclusi.
  • Key Skills: Web editor, digital content, CMS (Content Management System), Relevant Degree, HTML, SEO (Search Engine Optimization) 


nel mondo il web content editing e' un lavoro vero. in italia e' un passatempo, un hobby. una "pazziella", insomma.

Facile e amara conclusione di una Web Content Editor, attualmente in Italia.
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thyssenkrupp: la devastazione di terni

17/3/2014

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Pubblico, con piacere, una lettera degli ex lavoratori della ThyssenKrupp di Torino. Troppa ignoranza ha rovinato il nostro Paese. E' ora di dire B-A-S-T-A.
-

Nonostante le proteste e gli allarmi denunciati dalla popolazione di Terni i dirigenti della ThyssenKrupp perseguono nel loro comportamento criminale di devastazione del territorio e della salute dei cittadini attraverso la dispersione di nichel, cromo, arsenico e altri metalli pesanti nell'area a ridosso dello stabilimento di Terni.

Le colpe di questo disastro sociale e ambientale sono da imputare a tutti i livelli, industriali, sindacali e amministrativi: dall'azienda che lucra impunemente sulla pelle di lavoratori e cittadini, ai sindacati che "monetizzano" il rischio anziché costringere l'azienda a non inquinare per arrivare alle istituzioni (comunali, provinciali e regionali) che si fanno ricattare dall'azienda e chiudono un occhio sulla vicenda. Per non parlare poi delle gravissime responsabilità dei Ministeri di Ambiente e Salute e delle Asl territoriali, che da anni monitorano i superamenti dei livelli di emissione di tutte le sostanze senza fare assolutamente nulla. Ormai sono tantissimi i casi di allergie, intolleranze e sensibilizzazioni, senza dimenticare i crescenti casi di tumore, dovuti all'esposizione delle sostanze nocive emesse dall'acciaieria riscontrate tra i cittadini ternani, in special modo gli abitanti del quartiere Prisciano, quello a ridosso dello stabilimento.

Innanzitutto vogliamo esprimere con questo comunicato solidarietà e vicinanza ai lavoratori e agli abitanti di Terni che vivono questo dramma, dimenticati da governo e istituzioni, conniventi con la multinazionale tedesca, la stessa che a Torino ha cagionato, nel medesimo disinteresse generale, la morte di 7 lavoratori nel dicembre 2007 e per i quali nessun responsabile ha fatto un solo giorno di galera. Questa è la giustizia (borghese) italiana!

Ancora memori della nostra tragica esperienza facciamo appello a tutta quella parte sana all'interno della fabbrica, del sindacato, dei partiti e tra i lavoratori e i cittadini più combattivi, ai membri di comitati ambientalisti e semplici cittadini consapevoli del rischio che stanno correndo di organizzarsi in coordinamento tra realtà che già oggi si oppongono a questo scempio per costringere azienda, istituzioni locali e nazionali a fare subito qualcosa. Probabilmente già si è atteso troppo e attendere che le istituzioni facciano qualcosa è, dati alla mano, una pura utopia. Una fiducia assolutamente mal riposta.

Come in altri casi analoghi, il più lampante per gravità e dimensioni è sicuramente l'Ilva di Taranto, si proporrà la solita ricetta: o inquiniamo o chiudiamo, scegliete voi... Ma questo ricatto non deve essere accettato per nessun motivo, dai lavoratori in primis (non si baratta il diritto alla salute per un pezzo di pane)  e nemmeno dai cittadini.
Se la ThyssenKrupp non vuole produrre senza inquinare i lavoratori e gli abitanti di Terni devono bloccare lo stabilimento e impedire che continui questo scempio. Si può fare e l'esempio della dura lotta che hanno fatto i comitati ambientalisti in Campania per impedire l'apertura di nuove discariche di veleni lo dimostra: bloccare le strade, impedire l'approvvigionamento dello stabilimento con blocchi stradali, obbligare l'azienda e le istituzioni a bonificare l'area. Non lasciare che le istituzioni e l'azienda "se ne occupino" (abbiamo sotto gli occhi in che modo lo fanno!) ma sensibilizzare i cittadini a organizzarsi e costringere istituzioni e azienda a porre fine a questo scempio.

A quei lavoratori dello stabilimento di Terni o ai loro familiari che pensano che  immischiarsi nella faccenda sia pericoloso e che possa comportare la perdita del lavoro diciamo, senza mezzi termini, che la ThyssenKrupp, per chi non lo avesse (ancora) capito, ha già mostrato tutte le intenzioni di abbandonare l'Italia, non prima però di aver sfruttato a dovere tutte le potenzialità, umane e impiantistiche, del sito di Terni, secondo la ricetta già sperimentata anche da altri: privatizzare gli utili e socializzare i costi (sociali e ambientali). 
Per i più scettici, quelli che ancora sperano nella bontà dell'azienda, del padrone magnanimo, ulteriore prova sia questa finta vendita e riacquisiziOne di Inoxum nel "palleggio" di proprietà con i finlandesi di Outokumpu, una tipica mossa pre dismissione: confondere le acque, prendere tempo, diffondere ansia tra i lavoratori, mettere in campo un piano industriale nebuloso e incerto per far vivere tutti nell'ansia del ricatto e pretendere maggiore produttività diminuendo le condizioni di sicurezza dei lavoratori, spremere impianti e persone, massimizzare i profitti per poi chiudere e delocalizzare in Germania o altrove. Tutto in perfetto stile Marchionne.

Da questo punto di vista la vicenda di Torino non può non rappresentare un insegnamento. Per questo non bisogna illudersi della buona volontà dell'Azienda, che persegue solo il profitto, non certo il benessere dei lavoratori.
Non vogliamo con questo né creare panico né inutile allarmismo (a questo ci pensano ogni giorno la borghesia e i padroni) ma spingere, alla conta dei fatti, i più a rompere l'immobilismo tipico di chi si sente al riparo dalla crisi perché ha (oggi) un posto di lavoro e adoperarsi senza indugi a collaborare con quanto sono disposti a costringere la ThyssenKrupp a rimanere a Terni producendo senza inquinare. Il diritto alla salute non si monetizza! 

Oltretutto in una Regione, l'Umbria, nota in Italia e all'estero proprio per quella vocazione ambientale e paesaggistica che tutti le invidiano e che una politica del tirare a campare oggi senza curarsi del domani sta mettendo gravemente in pericolo. Ritrovarsi un domani senza lavoro in un posto compromesso dall'inquinamento è una cosa che non solo i ternani non meritano ma alla quale necessariamente, fin d'ora, hanno tutto il diritto così anche le capacità e i mezzi per opporsi. Prima che sia troppo tardi...

Ex lavoratori ThyssenKrupp Torino

Torino, 13 marzo 2014        
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don't miss the wonder of childhood (4 tired moms!)

5/3/2014

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Just read this really inspiring article by Kari Kubiszyn Kampakis: 10 Common Mistakes Parents Today Make (Me Included)

This is so true!
One day there won't be stickers on my sink. There won't be Barbies in my bathtub, baby dolls on my bed or Mary Poppins in the DVD player. My windows will be clear of sticky handprints, and my home will be quiet because my daughters will be hanging out with friends instead of nesting at home with me.

Raising small children can be hard, monotonous work. At times it's so physically and emotionally exhausting we wish they were older to make our life easier. [...] 

But as we project into the future, wondering if our child's knack for art will make them a Picasso, or if their melodic voice will create a Taylor Swift, we may forget to soak up the splendor in front of us: toddlers in footed pajamas, bedtime stories, tummy tickles and elated squeals. We may forget to let our children be little and enjoy the one childhood they're given.
Yes, I do have stickers all over the house, Barbies in my bathtub, Ninja Turtles dolls on my bed, Peppa Pig songs in the CD player and "The Planes" movie in the DVD player. Yes, I do love all this, even if it's hard, stressful and monotonous. 
It's 1 a.m. now and my kids are sleeping in my bed. Even though it can be wearisome and frustrating, I love them snoring in my ear. That's the truth.
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la grande stanchezza - vita di una mamma freelance

4/3/2014

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Giocattoli non trovati, condivisioni indesiderate di oggetti insignificanti, sostegno per affrontare il buio di una stanza, la richiesta di una merenda, un bagnetto, un bicchiere d'acqua, un calzino perso, un pannolino da cambiare: ecco i richiami disperati che mi riempiono le giornate. Senza pensare a colazioni, pranzi, cene, scuola, pulizie, spesa, animali. Insomma, ordinaria routine di una mamma, in una casa piena di esseri viventi. 

In quest'incastro di impegni casalinghi, si inseriscono, a tratti, a volte di notte, gli impegni lavorativi. Sì, perché la vita di una mamma freelance è soprattutto questo: non mettere nessuno da parte, pensare a tutti, a tutto, a te stessa mai. Iniziare le giornate pensando alla scuola di tuo figlio, alla sua colazione, alla sua merendina, poi tornare a casa e pensare alla colazione del più piccolo, alla sua merendina, al suo desiderio di uscire fuori. 

E così corri, su e giù, cerchi di rilassarti, fai un colloquio telefonico in un'altra lingua mentre porti il cane a fare i bisogni, hai una telefonata di lavoro mentre ti ritrovi in mezzo ad un combattimento ninja, cerchi di creare qualcosa di buono mentre lavi i piatti o butti la pasta nell'acqua che bolle. 

E comunque, anche se ci metti tutta te stessa, anche se cerchi di non far mancare a nessuno il tuo amore, la tua attenzione, le tue cure, se ti impegni a lavorare il doppio perché vuoi dimostrare di farcela sempre, nonostante tutto sbagli sempre in qualcosa, sei manchevole, sei troppo nervosa, troppo dura o troppo accondiscendente, hai cucinato troppo salato, hai messo poco olio o troppo basilico, il testo che hai scritto va rifatto, non ci hai messo la giusta attenzione, hai scelto l'argomento sbagliato.

Io non so se tutte le mamme freelance abbiano la stessa vita, ma sono pronta a sottoscrivere una petizione per riuscire ad inventare qualcosa che ci renda la vita più gestibile!

In tutto questo ci metti 6 anni di maledetta cassa integrazione, penuria di pecunia e abbondanza di munnezza come metti piede fuori casa e il gioco è fatto: puoi davvero dichiararti esaurita a tempo pieno. 

Alla faccia di chi dice che calpestare cacca di cani porta fortuna! Potrei scegliere un paio di scarpe vecchie e passeggiare qui intorno senza fare caso a dove metto i piedi: porterei a casa un sacco di fortuna maleodorante!

Ecco, a volte mi verrebbe voglia di fare come Black Mamba in Kill Bill e non avere paura di vendicarmi del passato, o anche del presente, di tirare giù dalle poltrone importanti quelli che ci sono per darli in pasto ai mostri e cercare di rimettere le cose a posto. 

Ci potrei inserire anche una statuetta dell'Oscar come miglior film, il mio ovviamente, da vincere al primo colpo. Ecco,  una magica notte degli Academy Awards potrebbe valere la pena. E non ringrazierei certo Maradona, ma la mia famiglia e tutti i miei colleghi lì presenti. Ovvio, no? Meryl, Brad, Sandra, Leonardo, Cate, Robert: questo Oscar è anche per voi.

Bè, alla fine dicono tutti che la ruota (della fortuna) gira. Spero solo che il mio giro arrivi quando potrò ancora godermelo davvero. 

Girala-la-la-la.
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    Viviana Hutter

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