VIVIANA HUTTER || AUTHOR | CREATIVE EDUCATOR | STORYTELLER
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ah che bel paese! genny, grillo e il fan(t)a(s)tico mr b (dudu' e calippo compresi)

9/5/2014

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E' strano sentir parlare tanto di calcio nel nostro paese, vero? Proprio una bella novità. Si sa, qui ci interessiamo più alle cose serie. A noi italiani interessa solo e soltanto il bene della nostra nazione, lo sviluppo dei territori, il benessere generale di tutti gli italiani. Ci interessa fare rete, garantire un lavoro a tutti, puntare sul Turismo, sulla Cultura e sulla nostra Storia millenaria.
E certo non ci facciamo trascinare da ricchi e potenti imbonitori che, vestiti in completo blu con cravatta di Marinella, scendono dalle scalinate di questo grande palazzone in mezzo a sbuffi di fumo tricolore, per iniziare il loro show e promettere di prendere la Luna (e anche la Nicole, la Francesca, la Barbara, la Ruby). No! Noi italiani non siamo così! 
Tanto è vero che tutti quelli che inavvertitamente si sono ritrovati all'estero alla ricerca di altro, sono corsi indietro, affollando gli aeroporti di tutto il mondo, e chiedendo in ginocchio a Claudio "ex Ministro" Scajola (che non si è ancora reso conto del suo arresto e si crede ancora ministro in carica, garantendo a Genny a' Carogna,  da dietro le sbarre del Regina Coeli, l'annullamento del suo DASPO) di riprenderli in patria. 
E così tutte le menti migliori, i lavoratori più esperti e gli imprenditori più saggi e capaci si sono catapultati in Italia per aiutare la ricostruzione. Sono tutti qui, pronti per iniziare a lavorare, confortati dalla facilità e dalla brevità della nostra burocrazia, dalle basse tassazioni e dalla gestione della res publica così esperta e capace. Ed esperto e capace chiacchierone si è dimostrato il signor nessuno, Matteo "Mr Bean" Renzi, che gongola a squarciagola nei corridoi di Palazzo Chigi, quando, di notte, col berrettino da rapper in testa, le ginocchiere e il lecca lecca, corre sul suo monopattino a 4 ruote.
Sì, qui in Italia si sta bene, lo sa il giornalista tedesco che ha confessato di venire qui per il nostro gelato. Non la pizza o il risotto, non i cavatelli né il pesto, non la sfogliatella né il cannolo. No. Il gelato effettivamente è il prodotto nazionale su cui dobbiamo puntare per la nostra promozione all'estero. Magari esportandolo in Groenlandia, mettendo su un business di tutto rispetto. 
Mica pizza e fichi, insomma. Mica parliamo di una holding stramiliardaria che conta televisioni, giornali, radio, libri, shopping, politica, e tra un pò anche ossigeno imbottigliato. Non sono questi i nostri interessi. No no no. Noi lavoriamo tutti per uno stesso scopo: vivere bene, far vivere bene gli altri e determinare il successo di questa nazione. 
E lo sa anche quel signore capellone che urla e strepita su cui tutti hanno puntato i riflettori. Lui lo sa bene che facendo così aiuta noi e aiuta tutti. Si si si. Un faro che guida, una luce dopo il tunnel, una quiete dopo la tempesta. Che bravo a urlare così tanto, che neanche Pavarotti riusciva così bene. Tant'è che a breve vincerà l'edizione dell'Eurofestival travestito da Emma Marrone in mutande gialle e treccia vichinga. Ed è così bravo Mr G l'urlatore e ha fatto così tanto bene il suo lavoro di promotore, che anche i più scettici si sono convinti che Mr B sia ancora e per sempre l'uomo giusto, così stanno già cercando un modo per insegnare a Dudù a parlare come lui, per quando il vecchio non ci sarà più. E la sua bella, fine e colta badante, dai mercatini del pesce di Fuorigrotta, gira vestita di bianco per la metropoli partenopea, come solo Audrey Hepburn o Jackie Kennedy sapevano fare. Stessa classe e stessi gusti. Sì, e si fa fotografare al favoloso Teatro San Carlo, dove assiste al coro di voci bianche in cui c'è anche la sua piccola cuginetta che rivedremo tra 4 o 5 anni a presentare il prossimo programma su Mediaset. Che bello, che meraviglia, che paese civile e lungimirante. 
Sì, io amo questo paese, dove un tatuato pregiudicato seda le folle e il vecchio trapiantato nano diventa Dio, dove una donnina con le labbra rifatte diventa l'idolo delle masse e centinaia di condannati cercano fortuna all'estero twittando foto in costume dalle spiagge di Miami. 
Bye bye, Italia. Sei sempre nel mio cuore, ti seguirò sempre e ti amerò in segreto. E ti penserò ogni volta che mangerò un gelato. Il Calippo, magari.
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matrimonio-baratto: tra solidarietà e amicizia

2/5/2014

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Non amo troppo essere rinchiusa in definizioni, etichette, gruppi. Voglio farne parte, ma essere lucida abbastanza da poterne rimanere fuori per capirne i meccanismi, criticarne i difetti, apprezzarne i vantaggi. E non amo le persone che fanno qualcosa per un tornaconto personale, per ottenere una qualsiasi cosa in cambio di un servizio. 

Eppure tutto questo è svanito partecipando in prima linea al matrimonio-baratto di Maddalena e Vincenzo, il 1 maggio a Napoli, nel bellissimo Palazzo Venezia.
Eravamo io e Carmine, correvamo come due schegge tra i tavolini da addobbare e le composizioni da creare, tra piantine di broccoli, fiorellini di carote, pappagalli di patate. Mentre le bomboniere che avevo creato e confezionato erano già in bella mostra tra tutti gli invitati/partecipanti al baratto. Sì, perché di un baratto vero e proprio si è trattato. In tempi di crisi il baratto è la soluzione, secondo me. 

Tutto inzia su #Facebook quando Sergio Colella e sua moglie Rosanna mettono su un gruppo di solidarietà, SOS AMICI...AIUTIAMOCI TRA NOI, che ad oggi conta circa 24mila iscritti. Qui si offrono servizi, si baratta, si stringono amicizie, si chiede aiuto. A questo gruppo è iscritta Maddalena Montano, tappezziera, che deve organizzare il suo matrimonio a Napoli. Senza avere le possibilità economiche, è difficile mantenersi su cifre basse: un matrimonio qui costa tanto, troppo. Anche se si vuole solo festeggiare con pochi parenti, appena si pronuncia la parola "matrimonio", il ristorante o il locale di turno ti spara cifre inaccettabili che sarebbero quattro volte minori se si trattasse di una "festa per il compleanno di mio nonno". Insomma, ne approfittano, questo è sicuro. 

Maddalena allora lancia l'appello sul gruppo FB: "Baratto i servizi per il mio matrimonio e io sono tappezziera, cosa vi serve?"  Ed ecco che in tantissimi subito rispondono, tra cui io. Offro #bomboniere in ceramica e decorazioni di frutta e verdura per la sala e il buffet, in cambio di una fodera per divano e poltrona. Vengo accolta nella famiglia del matrimonio-baratto a braccia aperte. Tutto va avanti velocissimamente, in poco meno di un mese si compie il miracolo! E ieri il grande evento, a cui (non me ne voglia, ma non so perché) c'era anche l'attore Alan De Luca, che ha brindato con gli sposi e con noi del gruppo SOS. 

A lavorare per allestire le sale e il buffet c'erano donne e uomini che hanno offerto i loro servizi in cambio di fodere e tende, ma anche in cambio di nulla, solo di un "grazie" e di un sorriso. La più speciale sicuramente è Susanna Montesano, wedding planner/officiante e sorella acquisita di Maddalena.

Lo spirito di ieri era strano: sembrava di stare tra compagni di vecchia data, anche se ti giravi e non sapevi con chi stessi parlando. Su FB ci eravamo parlati, ma da vicino, preparati per la festa, eravamo tutti diversi ed è stato bellissimo abbracciarsi. 

Catering, addobbi, bomboniere, fotografie, vestiti, anelli: tutto barattato, tutto offerto comunque con il cuore. Non voglio dire, come  stato detto e scritto, che solo qui a Napoli possono succedere cose del genere, sono certa che sarebbe possibile in qualsiasi luogo del mondo, ma è stato bello respirare un'aria che da tempo non c'è più ed è stato un onore far parte di questa grande festa Made in Naples. 


Le nostre creazioni per il matrimonio-baratto
I baratti e le donazioni per il matrimonio di Magda:
  • Catering di Bianca Ambrosi e Elvira Mignone
  • Piatti di Marcela Giacaman 
  • Tovaglie di Pasquale Luongo
  • Decorazioni in frutta e verdura di Carmine Rega
  • Bomboniere ufficiali del matrimonio fatte da me per Officina 66 
  • Bomboniere di benvenuto per il gruppo SOS di Daniela Sommella 
  • Foto di Marianna Micciarelli e Maurizio Ciardiello
  • Dolci di Francesca Biondi
  • Torta e partecipazioni del fratello della sposa, Paolo Montano
  • Pulizia dei denti offerta da Miki Assumma
  • Abito regalato dalle ragazze del gruppo
  • Trucco di Romina di Gennaro
  • Acconciatura di Monica Conte
  • Impianto audio di Lello Rusciano 
  • Intrattenimento musicale di Rosanna Rinaldi
  • Gioielli e sacchetti per il riso di Marilena Rizzo
  • Auto (e autista) di Alessandro Biondi
  • Abito per lo sposo di Pietro Bellotti
  • Allestimenti Paolo De Cicco

Avrò sicuramente dimenticato qualcuno e me ne scuso, ma tanto so che non finirà qui perché una cosa così non può finire all'improvviso...e quindi dico: TO BE CONTNUED!


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web content editor seeking a (real) job

18/3/2014

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web content editor cerca lavoro...
ed ecco le offerte (vere) che si trovano in italia

Stage. Neolaureato. Conoscenza di marketing. Non necessaria conoscenza HTML. Volenteroso. Anche prima esperienza. Passione per la scrittura. Rimborso spese.

Stage. Conoscenza SEO. Laurea in Comunicazione. Inglese. Altre lingue. Italiano corretto. Ambiente di lavoro stimolante. Compenso da valutare.

Stage. Conoscenze base di Photoshop. Imprescindibile residenza vicino al luogo di lavoro. Esperienza pregressa. Laurea in materie umanistiche. 2-5 € a testo.

P.S. Lo stage è retribuito e di durata massima di 6 mesi. A seguito si prevede un contratto a progetto o apprendistato.

WEB CONTENT EDITOR CERCA LAVORO...
ed ecco cosa succede in europa 

  • Contratti a tempo determinato (da 6 mesi a 1 anno) o a tempo indeterminato.
  • Stipendi tra i 2mila e i 5mila euro mensili (proposta realmente arrivata!).
  • Assicurazioni, ferie e permessi inclusi.
  • Key Skills: Web editor, digital content, CMS (Content Management System), Relevant Degree, HTML, SEO (Search Engine Optimization) 


nel mondo il web content editing e' un lavoro vero. in italia e' un passatempo, un hobby. una "pazziella", insomma.

Facile e amara conclusione di una Web Content Editor, attualmente in Italia.
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thyssenkrupp: la devastazione di terni

17/3/2014

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Pubblico, con piacere, una lettera degli ex lavoratori della ThyssenKrupp di Torino. Troppa ignoranza ha rovinato il nostro Paese. E' ora di dire B-A-S-T-A.
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Nonostante le proteste e gli allarmi denunciati dalla popolazione di Terni i dirigenti della ThyssenKrupp perseguono nel loro comportamento criminale di devastazione del territorio e della salute dei cittadini attraverso la dispersione di nichel, cromo, arsenico e altri metalli pesanti nell'area a ridosso dello stabilimento di Terni.

Le colpe di questo disastro sociale e ambientale sono da imputare a tutti i livelli, industriali, sindacali e amministrativi: dall'azienda che lucra impunemente sulla pelle di lavoratori e cittadini, ai sindacati che "monetizzano" il rischio anziché costringere l'azienda a non inquinare per arrivare alle istituzioni (comunali, provinciali e regionali) che si fanno ricattare dall'azienda e chiudono un occhio sulla vicenda. Per non parlare poi delle gravissime responsabilità dei Ministeri di Ambiente e Salute e delle Asl territoriali, che da anni monitorano i superamenti dei livelli di emissione di tutte le sostanze senza fare assolutamente nulla. Ormai sono tantissimi i casi di allergie, intolleranze e sensibilizzazioni, senza dimenticare i crescenti casi di tumore, dovuti all'esposizione delle sostanze nocive emesse dall'acciaieria riscontrate tra i cittadini ternani, in special modo gli abitanti del quartiere Prisciano, quello a ridosso dello stabilimento.

Innanzitutto vogliamo esprimere con questo comunicato solidarietà e vicinanza ai lavoratori e agli abitanti di Terni che vivono questo dramma, dimenticati da governo e istituzioni, conniventi con la multinazionale tedesca, la stessa che a Torino ha cagionato, nel medesimo disinteresse generale, la morte di 7 lavoratori nel dicembre 2007 e per i quali nessun responsabile ha fatto un solo giorno di galera. Questa è la giustizia (borghese) italiana!

Ancora memori della nostra tragica esperienza facciamo appello a tutta quella parte sana all'interno della fabbrica, del sindacato, dei partiti e tra i lavoratori e i cittadini più combattivi, ai membri di comitati ambientalisti e semplici cittadini consapevoli del rischio che stanno correndo di organizzarsi in coordinamento tra realtà che già oggi si oppongono a questo scempio per costringere azienda, istituzioni locali e nazionali a fare subito qualcosa. Probabilmente già si è atteso troppo e attendere che le istituzioni facciano qualcosa è, dati alla mano, una pura utopia. Una fiducia assolutamente mal riposta.

Come in altri casi analoghi, il più lampante per gravità e dimensioni è sicuramente l'Ilva di Taranto, si proporrà la solita ricetta: o inquiniamo o chiudiamo, scegliete voi... Ma questo ricatto non deve essere accettato per nessun motivo, dai lavoratori in primis (non si baratta il diritto alla salute per un pezzo di pane)  e nemmeno dai cittadini.
Se la ThyssenKrupp non vuole produrre senza inquinare i lavoratori e gli abitanti di Terni devono bloccare lo stabilimento e impedire che continui questo scempio. Si può fare e l'esempio della dura lotta che hanno fatto i comitati ambientalisti in Campania per impedire l'apertura di nuove discariche di veleni lo dimostra: bloccare le strade, impedire l'approvvigionamento dello stabilimento con blocchi stradali, obbligare l'azienda e le istituzioni a bonificare l'area. Non lasciare che le istituzioni e l'azienda "se ne occupino" (abbiamo sotto gli occhi in che modo lo fanno!) ma sensibilizzare i cittadini a organizzarsi e costringere istituzioni e azienda a porre fine a questo scempio.

A quei lavoratori dello stabilimento di Terni o ai loro familiari che pensano che  immischiarsi nella faccenda sia pericoloso e che possa comportare la perdita del lavoro diciamo, senza mezzi termini, che la ThyssenKrupp, per chi non lo avesse (ancora) capito, ha già mostrato tutte le intenzioni di abbandonare l'Italia, non prima però di aver sfruttato a dovere tutte le potenzialità, umane e impiantistiche, del sito di Terni, secondo la ricetta già sperimentata anche da altri: privatizzare gli utili e socializzare i costi (sociali e ambientali). 
Per i più scettici, quelli che ancora sperano nella bontà dell'azienda, del padrone magnanimo, ulteriore prova sia questa finta vendita e riacquisiziOne di Inoxum nel "palleggio" di proprietà con i finlandesi di Outokumpu, una tipica mossa pre dismissione: confondere le acque, prendere tempo, diffondere ansia tra i lavoratori, mettere in campo un piano industriale nebuloso e incerto per far vivere tutti nell'ansia del ricatto e pretendere maggiore produttività diminuendo le condizioni di sicurezza dei lavoratori, spremere impianti e persone, massimizzare i profitti per poi chiudere e delocalizzare in Germania o altrove. Tutto in perfetto stile Marchionne.

Da questo punto di vista la vicenda di Torino non può non rappresentare un insegnamento. Per questo non bisogna illudersi della buona volontà dell'Azienda, che persegue solo il profitto, non certo il benessere dei lavoratori.
Non vogliamo con questo né creare panico né inutile allarmismo (a questo ci pensano ogni giorno la borghesia e i padroni) ma spingere, alla conta dei fatti, i più a rompere l'immobilismo tipico di chi si sente al riparo dalla crisi perché ha (oggi) un posto di lavoro e adoperarsi senza indugi a collaborare con quanto sono disposti a costringere la ThyssenKrupp a rimanere a Terni producendo senza inquinare. Il diritto alla salute non si monetizza! 

Oltretutto in una Regione, l'Umbria, nota in Italia e all'estero proprio per quella vocazione ambientale e paesaggistica che tutti le invidiano e che una politica del tirare a campare oggi senza curarsi del domani sta mettendo gravemente in pericolo. Ritrovarsi un domani senza lavoro in un posto compromesso dall'inquinamento è una cosa che non solo i ternani non meritano ma alla quale necessariamente, fin d'ora, hanno tutto il diritto così anche le capacità e i mezzi per opporsi. Prima che sia troppo tardi...

Ex lavoratori ThyssenKrupp Torino

Torino, 13 marzo 2014        
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don't miss the wonder of childhood (4 tired moms!)

5/3/2014

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Just read this really inspiring article by Kari Kubiszyn Kampakis: 10 Common Mistakes Parents Today Make (Me Included)

This is so true!
One day there won't be stickers on my sink. There won't be Barbies in my bathtub, baby dolls on my bed or Mary Poppins in the DVD player. My windows will be clear of sticky handprints, and my home will be quiet because my daughters will be hanging out with friends instead of nesting at home with me.

Raising small children can be hard, monotonous work. At times it's so physically and emotionally exhausting we wish they were older to make our life easier. [...] 

But as we project into the future, wondering if our child's knack for art will make them a Picasso, or if their melodic voice will create a Taylor Swift, we may forget to soak up the splendor in front of us: toddlers in footed pajamas, bedtime stories, tummy tickles and elated squeals. We may forget to let our children be little and enjoy the one childhood they're given.
Yes, I do have stickers all over the house, Barbies in my bathtub, Ninja Turtles dolls on my bed, Peppa Pig songs in the CD player and "The Planes" movie in the DVD player. Yes, I do love all this, even if it's hard, stressful and monotonous. 
It's 1 a.m. now and my kids are sleeping in my bed. Even though it can be wearisome and frustrating, I love them snoring in my ear. That's the truth.
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la grande stanchezza - vita di una mamma freelance

4/3/2014

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Giocattoli non trovati, condivisioni indesiderate di oggetti insignificanti, sostegno per affrontare il buio di una stanza, la richiesta di una merenda, un bagnetto, un bicchiere d'acqua, un calzino perso, un pannolino da cambiare: ecco i richiami disperati che mi riempiono le giornate. Senza pensare a colazioni, pranzi, cene, scuola, pulizie, spesa, animali. Insomma, ordinaria routine di una mamma, in una casa piena di esseri viventi. 

In quest'incastro di impegni casalinghi, si inseriscono, a tratti, a volte di notte, gli impegni lavorativi. Sì, perché la vita di una mamma freelance è soprattutto questo: non mettere nessuno da parte, pensare a tutti, a tutto, a te stessa mai. Iniziare le giornate pensando alla scuola di tuo figlio, alla sua colazione, alla sua merendina, poi tornare a casa e pensare alla colazione del più piccolo, alla sua merendina, al suo desiderio di uscire fuori. 

E così corri, su e giù, cerchi di rilassarti, fai un colloquio telefonico in un'altra lingua mentre porti il cane a fare i bisogni, hai una telefonata di lavoro mentre ti ritrovi in mezzo ad un combattimento ninja, cerchi di creare qualcosa di buono mentre lavi i piatti o butti la pasta nell'acqua che bolle. 

E comunque, anche se ci metti tutta te stessa, anche se cerchi di non far mancare a nessuno il tuo amore, la tua attenzione, le tue cure, se ti impegni a lavorare il doppio perché vuoi dimostrare di farcela sempre, nonostante tutto sbagli sempre in qualcosa, sei manchevole, sei troppo nervosa, troppo dura o troppo accondiscendente, hai cucinato troppo salato, hai messo poco olio o troppo basilico, il testo che hai scritto va rifatto, non ci hai messo la giusta attenzione, hai scelto l'argomento sbagliato.

Io non so se tutte le mamme freelance abbiano la stessa vita, ma sono pronta a sottoscrivere una petizione per riuscire ad inventare qualcosa che ci renda la vita più gestibile!

In tutto questo ci metti 6 anni di maledetta cassa integrazione, penuria di pecunia e abbondanza di munnezza come metti piede fuori casa e il gioco è fatto: puoi davvero dichiararti esaurita a tempo pieno. 

Alla faccia di chi dice che calpestare cacca di cani porta fortuna! Potrei scegliere un paio di scarpe vecchie e passeggiare qui intorno senza fare caso a dove metto i piedi: porterei a casa un sacco di fortuna maleodorante!

Ecco, a volte mi verrebbe voglia di fare come Black Mamba in Kill Bill e non avere paura di vendicarmi del passato, o anche del presente, di tirare giù dalle poltrone importanti quelli che ci sono per darli in pasto ai mostri e cercare di rimettere le cose a posto. 

Ci potrei inserire anche una statuetta dell'Oscar come miglior film, il mio ovviamente, da vincere al primo colpo. Ecco,  una magica notte degli Academy Awards potrebbe valere la pena. E non ringrazierei certo Maradona, ma la mia famiglia e tutti i miei colleghi lì presenti. Ovvio, no? Meryl, Brad, Sandra, Leonardo, Cate, Robert: questo Oscar è anche per voi.

Bè, alla fine dicono tutti che la ruota (della fortuna) gira. Spero solo che il mio giro arrivi quando potrò ancora godermelo davvero. 

Girala-la-la-la.
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i delusi dalla politica | la politica dei delusi

10/2/2014

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Perché i delusi dovrebbero votare un ennesimo partito, con il rischio che si trasformi in un ennesimo buco nell'acqua? Questo è quello che ho chiesto quando mi hanno presentato l'idea di un nuovo partito (che in realtà risponde in pieno alle mie idee di libertà di religione, di sesso, di cultura). Ed ecco cosa mi ha risposto il prof. Franco Manzoni:

"Alla domanda, che mi poni, rispondere è semplice. Ho votato Grillo alle scorse elezioni, perché non c'era altro da votare. Ma ormai ha dimostrato di essere un ottimo attore, che segue il copione di Casaleggio, mostrando il suo carattere, che conosciamo, da "ducetto". E i poveri grillini eletti hanno tutti l'aria spaurita della totale impreparazione, dei pulcini bagnati che non sanno che cosa dire. Combattere contro, ma non essere propositivi: ecco l'errore del M5S. Distruggere non basta.  Prima occorre avere degli ideali, dei valori concreti. Svuotare il parlamento della vecchia partitocrazia, rimane uno slogan. A chi non piacerebbe? Come sarebbe bello avere una bacchetta magica ed eliminare tutti i politici che hanno truffato i loro elettori con vane promesse!!! Spiegare perché sarebbe un errore votare la grande ammucchiata dei Renzusconi mi pare talmente ovvio... Una maionese impazzita sono riusciti a formare! E Renzi aveva un'occasione, quella di dare una spallata definitiva al Berlusca, invece si è fatto legittimare dal vecchio che voleva rottamare, si è fatto incoronare delfino per il prossimo futuro da chi ancora, grazie alla mossa suicida di Renzi, a sua volta lo ha riaccreditato tanto da far riemergere nei sondaggi, oltre il pareggio, quello che si definisce centro/destra. 

Noi del PESC (Partito europeo socialista cristiano), invece, tendiamo sempre ad essere innanzitutto propositivi. Basterebbe analizzare il primo punto del Manifesto del PESC: pane, casa, lavoro, cultura e sanità per tutti. E' il minimo per consentire un'esistenza dignitosa al popolo italiano e a quello europeo. Per ottenere questo primo risultato si necessita un intervento sulle tasse con una percentuale di prelievo rigorosamente progressiva superati i cinquantamila euro annui.  Lo stesso vale per le proprietà con un valore massimo di dieci appartamenti posseduti ed affittati. Non vogliamo parlare esplicitamente di esproprio proletario, ma ciò rende meglio  l'idea. Non è possibile che la "signora" romana con 1.200 appartamenti non pagasse le tasse. Quante mazzette avrà versato alla guardia di finanza? Meriterebbe il carcere a vita. Fissando un salario minimo, dovrà essere definito anche quello massimo, onde evitare dirigenti da un milione o  500 o 300mila  euro l'anno, mentre la maggior parte degli italiani si trova ad annaspare con stipendi compresi fra gli 8 e i 25 mila euro. Occorre una rivoluzione fiscale che tocchi le pensioni da 10mila euro al mese ed aumenti invece le minime. 

Solo così, riequilibrando le forze economiche, si potrà vedere uno spiraglio che eviti uno scontro epocale fra milioni di poveri, senza lavoro, disperati, costretti dai poteri forti ad essere privi di cultura, e quelle poche migliaia di egoisti, proprietari, chic, forse illuminati, pronti magari a dare all'angolo della strada qualche briciola in elemosina. 

Se non si offrirà uno spazio di intervento al PESC o ad un movimento analogo la via dello scontro fra proletari e padroni sarà un bagno di sangue, l'inevitabile rivoluzione, che si estenderà a tutta l'Europa".
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peppa pig: insopportabile e viziata, ma il vero mito e' la  signora coniglio

12/1/2014

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Oggi abbiamo portato i bambini al cinema a vedere Peppa Pig: nulla da dire sull'idea, davvero ottima, di far avvicinare bambini molto piccoli al mondo del cinema (erano tutti in silenzio...incredibile il potere di questo porcellino 2D). Insomma, sono 50 minuti di leggerezza in cui i bambini si  divertono e i genitori si sorbiscono l'antipatia e l'egocentrismo di Peppa, l'idiozia e l'assurdità dei suoi genitori, la follia imperante degli abitanti della sua città. 

E intanto si tifa sempre di più per la Signora (o Signorina?) Coniglio - "donna" del nostro tempo, mamma multi-tasking, sempre occupata in mille mestieri diversi, energica e sorridente. Si dovrebbe dare un Oscar o un Golden Globe o anche un Nobel a questo personaggio F_A_N_T_A_S_T_I_CO!!!! Non so se avete mai visto qualche puntata in TV, ma quello che fa in questo episodio al cinema è da Guinness: la famiglia Pig va all'acquario e lei è, come sempre, alla cassa a fare i biglietti. Passano pochissimi minuti e la ritrovano in una grande vasca, in muta e maschera, a pulirne il vetro sporco di melma. Ed ecco che arriva il bello: passano pochi secondi e la famiglia Pig si avvia verso l'uscita, ma prima fa una puntatina al negozio dell'acquario. E chi c'è lì, alla cassa, gocciolante ancora d'acqua?!?!?! LEI!!! LA MITICA SIGNOR(IN)A CONIGLIO!!! Ma non è meravigliosa?!?!?! Ovviamente negli episodi successivi farà altri 3-4 lavori diversi, tra cui l'autista dell'autobus (di un bus Granturismo, mica parliamo del pulmino della scuola, eh?) e la barista in una catapecchia nel bosco da cui solo lei può far emergere caffè caldo e 3 gelati in meno di un secondo. Altro che choosy! La Fornero impallidirebbe alla vista di questa creatura delle meraviglie! (e poi noi ci chiediamo: ma i contratti di lavoro che trova la signorina Coniglio, saranno a prestazione, a progetto o delle consulenze esterne?!?! E lei pagherà l'IVA o la ritenuta d'acconto da freelance? Il suo commercialista deve essere un duro di cuore, insomma...).

E vabbè, chiusa questa questione, se ne apre un'altra: gli stereotipi sull'Italia. Il primo episodio di Peppa è VACANZE AL SOLE in cui la famiglia Pig viene in vacanza in Italia, immagino tra l'Umbria e la Toscana, visti i paesaggi collinari che li accolgono. Ed ecco cosa viene fuori:
  • le indicazioni stradali in Italia sono fatte veramente uno schifo
  • le forze dell'ordine (vigili o polizia - non si capisce bene cosa sia) non hanno molto a cui pensare
  • gli esercenti commerciali sono tutti un po' imbroglioni
  • l'amichetta Gabriella Capra è nipote e amica di tutti gli abitanti del paesello che li porta a visitare: qui c'è puzza di percentuali sulle vendite di souvenir e pizza...
  • le Poste (Italiane?) sono lentissime


Comunque, a parte tutto, vedere il sorriso di mio figlio stampato sul viso e soprattutto vedere lui  fermo per tanto tempo, mi ha fatto capire che, nonostante tutto, le avventure di questa "bambina" viziata e incapace di pensare ad altro se non a primeggiare, avranno pur qualcosa di buono. In fondo. Molto in fondo.
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e per questo 2013 ho dato...

21/12/2013

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Superato:
  1. La (seconda) recita di Natale di mio figlio...
  2. Mattina al parco 1+2
  3. Le notti insonni tra nasini chiusi e febbre alta
  4. Il 23° mese di allattamento
  5. I regali di Natale per tutti
  6. La visione di "Titanic" in 3D
  7. I virus durante il weekend e prima delle feste
  8. 5 anni di attesa per una firma
  9. La tredicesima inaspettata
  10. Il 2013 (e anche il 2012 e il 2011 e poi il 2010...)
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Non superato:
  1. La follia pre-natalizia per le strade, tra inciviltà e la maleducazione
  2. La faccia allampadata e le "solide realtà" di Roberto Carlino
  3. La faccia infarinata di Belen immortalata dal figlio (sic!) e quella da c......ne del marito
  4. La falsità delle persone
  5. Quelli che promettono e non mantengono
  6. I parenti serpenti
  7. I film di Natale
  8. I libri di Benedetta Parodi
  9. La linguaccia (con twerking) di Miley Cyrus 
  10. L'austerity annunciata di Mr B e Dudù

...e buon natale a tutti!  :-)

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Fabio Volo: filosofia dell'inutilità

15/12/2013

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Come dire: mi sta davvero sulle balle. Non ho altro modo di esprimere questa sensazione. 
E va bene che ora scrive libri che vendono tante copie, ma anche il Grande Fratello è (era?) visto da milioni di telespettatori e ciò non vuol dire che sia un buon programma. 

Non voglio fare la saccentona né la superba, anche perché ho espresso pubblicamente la mia "stima" letteraria per Kinsella & co., per quella chick lit leggera e raffinata, a volte comica, ma sempre e comunque leggibile. Però il pensiero che Fabio Volo abbia avuto la sua collana Meridiani mi fa rabbrividire. Soprattutto se guardo nella mia libreria la raccolta di un certo signor Hemingway, pubblicata dagli stessi  Meridiani...o si sono rincoglioniti loro, oppure non so. Voglio dire: una C-O-L-L-A-N-A-M-E-R-I-D-I-A-N-I!!! Non so se mi spiego! 

Non so, è una sensazione a pelle, ma Fabio Volo mi sembra il classico quarantenne ancora adolescente nell'anima che è finito in paradiso per sbaglio. Un eterno quattordicenne a cui sono spariti i brufoli ed è cresciuto il pizzetto. Un egocentrico capitato al momento giusto nel posto giusto. Un imbecille che fa il filosofo, insomma. Su MTV era al suo posto, ma tra i Meridiani...per favore no!

(Dopo aver scoperto che la collana Meridiana se l'è beccata la Mondadori di Marina Berlusconi,capisco tutto.)

E vi lascio con tracce di filosofia pura: 
Di solito per sposarsi bisogna credere che sarà per sempre. Anche se il per sempre non esiste. Ci devi credere. - dal libro "Il giorno in più" di Fabio Volo

["CI DEVI CREDERE!" Un po' come la maga Sisì dall'accento francese che spopolava in TV negli anni Novanta! Chi se la ricorda?!?!?!] :-O
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